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storia del kaiserschmarrn
La storia del Kaiserschmarrn, il famoso dolce austriaco simile a una frittata spaccata, è avvolta in un alone di leggenda e mistero. Esistono diverse versioni su come sia nato questo squisito dessert, ma tutte concordano su una cosa: le sue origini risalgono all'Impero Austro-Ungarico.

Leggenda e favola:
La leggenda narra che il cuoco di corte dell'Imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria, un giorno, durante la preparazione di una crêpe, commise un errore: la crêpe si strappò in mille pezzi. Per rimediare all'incidente, il cuoco cosparse i pezzi di zucchero a velo e confettura, servendoli all'Imperatore. Sorprendentemente, l'Imperatore gradì talmente il piatto da chiamarlo "Kaiserschmarrn", ovvero "Frittata dell'Imperatore".
Un'altra versione narra che il dolce sia stato creato in occasione del matrimonio dell'Imperatrice Elisabetta di Baviera con l'Imperatore Francesco Giuseppe. I cuochi elaborarono un dolce speciale, il "Kaiserinschmarrn", in onore della giovane sposa. Tuttavia, poiché il piatto pareva essere più gradito all'Imperatore che all'Imperatrice, il nome venne modificato in "Kaiserschmarrn".

Storia e realtà:
Sebbene le leggende siano affascinanti, la storia del Kaiserschmarrn ha radici più concrete. Sembra che il dolce sia nato come piatto povero nelle cucine contadine del Tirolo e della Baviera già a partire dal XVII secolo. Era un modo per utilizzare gli avanzi di pane e uova, creando un pasto nutriente e saporito.
Nel corso del tempo, il Kaiserschmarrn si diffuse in tutta l'Austria e divenne un simbolo della cucina imperiale. La ricetta si arricchì di varianti e raffinatezze, includendo l'utilizzo di uvetta, pinoli e salsa di mele.

Curiosità:
Il Kaiserschmarrn viene spesso servito con confettura di frutti di bosco, salsa di mele, sciroppo d'acero o panna montata.
Può essere gustato come dolce o come piatto principale, accompagnato da una coppa di vino o una tazza di tè.
La versione ungherese del Kaiserschmarrn, chiamata "Palacsinta", è più sottile e croccante.


Scritto da Valentino de Rogatis

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